11.06.2014. Comunicato

Come è noto  la nostra organizzazione sindacale nel corso dell’incontro  avuto con il vice Ministro Nencini  ha indicato, come possibile soluzione per l’applicazione dell’art. 1 comma 427 della Legge di stabilità, la creazione di un nuovo soggetto che oltre a realizzare la unificazione degli archivi si ponga come polo unico per l’automobilista.

La nostra scelta tende a tutelare in via definitiva l’utenza e i lavoratori del settore con una soluzione che razionalizza i servizi e i costi, risolvendo l’annosa questione della duplicazione degli archivi  e dando finalmente certezze  ai lavoratori circa la stabilità del loro posto di lavoro e la tutela della loro professionalità.  

Nessuno può dimenticare  che negli ultimi anni  sistematicamente  è stato messo sul tappeto da parte di politici  di qualunque schieramento il problema del doppio registro e che, sistematicamente, negli anni passati si sono succedute proposte di legge che intervenivano su quella che, dalla  politica e dall’opinione pubblica, viene considerata come una anomalia.

Così, ultimo in termini temporali, l’emendamento Rosato alla legge di stabilità per il 2014  ha rimesso in discussione il nostro futuro lavorativo, unitamente alla lettera del Ministro Madia ai dipendenti pubblici che prevede espressamente “l’accorpamento di ACI, PRA e Motorizzazione civile”.

Alle iniziali, solite, affermazioni rassicuranti da parte dei vertici dell’ente è seguito un poco rassicurante e sempre più allarmato appello ai lavoratori per opporsi all’unificazione degli archivi,  così  ammettendo la loro incapacità di farvi fronte e un arroccamento su posizioni di mantenimento dello status quo ormai inaccettabili.

Lo scontro ormai in atto tra Aci e MIT sulle soluzioni  o tutto ad Aci o tutto a DT è rischioso per l’utenza e soprattutto per i lavoratori.

L’una e l’altra soluzione a nostro parere  pongono, infatti, problemi sia  per i lavoratori che per la organizzazione del servizio.

La nostra indicazione  è, quindi, quella di creare un terzo soggetto che superi la distinzione, razionalizzi i servizi del settore ,valorizzi le professionalità di tutti i dipendenti e dia una risposta all’esigenza di certezza e stabilità ai lavoratori dell’ACI coinvolti costantemente nelle cicliche crisi dell’ente, oggi per questioni politiche, ieri per questioni di bilancio e domani chissà.

Da quanto tempo le OO.SS. chiedono dei piani industriali seri per sganciare  il destino lavorativo dei dipendenti dell’ACI dall’esistenza del PRA, delle iniziative concrete per limitare il sistematico ripianamento dei debiti degli AC,  dei seri sistemi di monitoraggio delle spese  e una seria governance delle società collegate, una seria riforma della Federazione? Eppure è stato sempre risposto con spirito di sufficienza della serie: “non disturbate il manovratore”.

Ma i nodi sono venuti, per l’ennesima volta, al pettine e la UILPA ha inteso esercitare il proprio ruolo di tutela del lavoro pubblico dei dipendenti ACI e ACP affrontando direttamente la questione e non lasciando deleghe in bianco.

Sarebbe stato più semplice non scegliere, lasciare ad altri le decisioni, aspettare gli eventi, ma ci sarebbe sembrato tradire il nostro ruolo: essere sempre dalla parte delle lavoratrici e dei lavoratori, senza se e senza ma.

E oggi la nostra preoccupazione per il futuro è ancora più forte in un quadro che si fa  sempre  più difficile per la pubblica amministrazione.

Le garanzie che oggi si possono avere per i dipendenti  forse non sarebbero possibili domani.

Qualcuno ci accusa di remare contro.

Noi pensiamo di remare a favore dei lavoratori pensando a tutelare le sedie di tutti e non le poltrone di pochi.

Remiamo a favore dei lavoratori.

Remiamo a favore della efficienza dei  servizi.

Remiamo a favore dei cittadini.

 

        UILPA                                                                 UILPA ACI ACP  

 Enrico M. Ponti                                                            Sandra Pagani