Roma, 25 maggio 2015
“Il giudizio della Corte Costituzionale non costituisce una terza opzione valutativa sull’opportunità delle scelte politiche di governo e Parlamento! La suprema Corte è la “sentinella” imparziale, cui la Costituzione ha affidato la delicata funzione di individuare eventuali tratti di violazione dei principi costituzionali contenuti nelle norme emanate da chi esercita la funzione legislativa”.
Lo afferma in una nota il Segretario Generale vicario della UILPA, Nicola Turco, il quale aggiunge: “Nel caso in cui il legislatore abbia superato il “confine” della costituzionalità, spetta infatti alla Consulta censurare la legge o ricondurla entro i paletti di legittimità, con decisioni che devono essere caratterizzate da assoluta imparzialità e neutralità, a garanzia dei diritti e degli interessi delle parti di volta in volta coinvolte nei provvedimenti”.
Prosegue Turco: “Il tentativo di condizionare i giudici costituzionali in nome dell’opportunità politica costituisce un attacco pericolosissimo, che mina alle basi i valori fondanti della Repubblica. Lo è allorquando illustri costituzionalisti, come Sabino Cassese, richiamano la Consulta alla ragion di Stato ma lo è ancora di più quando a pronunciare l’ammonimento è un Ministro della Repubblica, che ha giurato rispetto ed osservanza alla Costituzione ed alle leggi dello Stato nell’espletamento del proprio mandato.”
“La critica espressa dal Ministro dell’economia e delle finanze Pier Carlo Padoan nei confronti della sentenza sulla rivalutazione dei trattamenti pensionistici e l’esplicito invito a tener conto dell’incidenza sul bilancio dello Stato delle prossime, importanti sentenze che la suprema Corte dovrà emettere, rappresentano comportamenti estremamente gravi e censurabili”.
“Il prossimo 23 giugno”, avverte Turco, “la Corte Costituzionale dovrà pronunciarsi sull’illegittimità del blocco dei contratti nel pubblico impiego e noi non accettiamo che la decisione della suprema Corte possa venire influenzata dagli avvertimenti e dalle esortazioni dei rappresentanti del Governo. Il giudizio della Corte sarà determinante per capire se possiamo ancora definirci un Paese libero e democratico!”.
“Una cosa è certa”, conclude il Segretario Generale vicario della UILPA, “noi siamo pronti a combattere una battaglia senza tregua perché dopo 1970 giorni SENZA CONTRATTO possa essere ripresa immediatamente la contrattazione”.